VENERDI' SANTO - Rito de "S'Iscravamentu"

Momento conclusivo di tutta la Settimana Santa castellanese è "S'Iscravamentu".
Nella Cattedrale di Sant'Antonio, viene issata al centro del presbiterio un'enorme croce da cui pende un crocifisso dalle braccia reclinabili. Ai due lati della
croce si appoggiano altrettante scale che serviranno a due confratelli per schiodare il Cristo.
Sul lato destro del presbiterio, ai piedi del crocifisso, una statua dell’Addolorata è di profilo rispetto all'assemblea, con lo sguardo rivolto in avanti.
"Iscravamentu" significa schiodamento ed è la rappresentazione della "Discesa dalla croce", cui segue la sepoltura. È questo il nucleo narrativo che la rappresentazione sviluppa.
Siamo ad uno degli ultimi atti di una vasta drammaturgia che in forme diverse la Settimana di Passione tratta diffusamente.
Un frate tiene una predica dal pulpito della chiesa, invitando i fedeli a meditare sulla passione di Cristo. Per far ciò, si rivolge in alcuni momenti a due confratelli/attori nella persona di Giuseppe e Nicodemo, esortandoli dapprima a togliere la corona di spine, poi a schiodare ora l'uno, ora l'altro braccio, quindi i piedi, offrendo di volta in volta gli strumenti della passione ai piedi dell'Addolorata. Infine, fatto passare un lenzuolo sotto le braccia a sostenere il tronco, i due attori abbassano lentamente il corpo del Cristo e quindi, dopo averlo offerto ancora una volta a Maria, lo depongono nell'urna, che sarà portata in processione all’Oratorio di Santa Croce, sede della Confraternita.
Ogni gesto di questa sequenza è sottolineato e rimarcato dalle riflessioni del predicatore.


Questa in sintesi la sequenza performativa dell' "Iscravamentu", la cui durata complessiva è di circa un'ora.
Due attori silenziosi, una trama verbale tessuta dal frate, che muove l’azione e due assoluti protagonisti: la Madre ed il Figlio. La struttura è quella del sermone drammatico, in cui, tradizionalmente, una serie di azioni e di immagini illustrano una predica di carattere penitenziale.

- Testo a cura di Giuseppe Lipani (S'Iscravamentu. Religiosità e spettacolo nella Deposizione).
- Foto tratte dal web.